Bacco - Falerno del Massico DOC 2015
“Bacco, sotto mentite spoglie, chiese ospitalità al vecchio Falerno, che gliela concesse. Commosso dalla sua generosità, fece nascere sulle pendici del Monte Massico viti lussureggianti”. Queste parole sono di Silio Italico, scrittore e poeta latino che meglio di chiunque altro ha saputo descrivere la meraviglia del vino Falerno, prodotto nella fertile terra dell’Ager Falernum, che comprende attualmente i comuni di Mondragone, Falciano del Massico, Carinola, Sessa Aurunca e Cellole, in provincia di Caserta. Della qualità e della fama del vino Falerno, conteso e amato, sono pieni i testi storici scritti da Cicerone, Plinio il Vecchio, Orazio e tanti altri scrittori dell’antichità. Ne è la prova anche il prezzo sostenuto, non accessibile a tutti, tanto da essere definito il “vino degli imperatori”.
È anche il vino che ha fatto diverse volte il giro del mondo, trasportato in anfore che dal porto di Sinuessa (Mondragone) venivano imbarcate per soddisfare le richieste provenienti da terre lontane. La cantina Tenute Bianchino lo produce come testimonianza della storia del luogo e come propria tradizione. La sede è lungo la via romana, in un’area dove la brezza marina arriva a conferire alle uve freschezza e sostanza e dove le escursioni termiche si fanno sentire, visto la vicinanza del Monte Massico. Circondata da coltivazioni di frutta e verdura che si perdono a vista d’occhio, dalla cantina si può vedere un panorama dove si alternano vigneti di uve a bacca bianca (falanghina) e a bacca rossa (aglianico e primitivo). Concetta Bianchino è la giovane proprietaria che – con i consigli dell’enologo Angelo Valentino – produce Falerno del Massico Bianco, Rosso e Riserva. Vini identitari da bere dopo opportuno riposo in cantina – il consiglio vale anche per i bianchi – dove il tempo diventa ottimo alleato. Suggerisco di degustare il Falerno del Massico rosso da uve primitivo, che per raffinatezza e completezza mia ha sorpreso molto. Il vino matura circa sei mesi in barrique, prima di essere trasferito in bottiglia, dove resterà diversi anni dopo la vendemmia. Un vino con spiccata freschezza olfattiva, espressa nei profumi di frutta rossa, di macchia mediterranea e nell’evidente nota di foglia di pomodoro. Ma è il sorso che stupisce, nell’agilità col quale si lascia bere, nel tannino aggraziato e rotondo che fa spazio a nuance salamastre, all’affumicato e al tabacco dolce. Armonico, elegante e misuratamente snello.
Cucina A Sud
A cura di: Antonella Amodio